Solo gli stupidi possono pensare che alla comunità accademica – e soprattutto ai 25 mila studenti – delle elezioni per il rinnovo delle rappresentanze studentesche non interessi nulla. E che quindi si può rinviare, si può stare in silenzio, si può non rispondere e si può perdere tempo senza che nessuno dica o pensi nulla.
Non è così. Agli studenti le elezioni interessano e ciò non si dimostra soltanto sottolineando il numero altissimo di candidati, circa mille. Lo dimostra anche l’affluenza, 43% alle ultime elezioni, 11.855 votanti su 27.514 aventi diritto al voto.
Non sono soltanto i candidati, quindi, a essere interessati alle elezioni. E interessati non sono soltanto le associazioni o i capi delle associazioni che legano i propri interessi particolari o gli interessi della propria associazione all’esito della tornata elettorale.
Interessata è l’intera componente studentesca, anche chi non va a votare, anche chi non segue le dinamiche politiche e associative interne al Campus. Stiamo parlando di un diritto degli studenti e, proprio per questo, tutto ciò è più che normale.
Ma se anche tutto ciò non fosse vero, non cambierebbe nulla perché, ripeto, parliamo pur sempre di un diritto degli studenti.
Già il decreto di sospensione del 9 maggio aveva alzato la tensione e creato malumori tra gli studenti che vedevano concretizzarsi il rischio – che c’è ancora oggi – di un altro rinvio, il secondo consecutivo dopo quello del 2015.
Decreto di sospensione legittimo, come ha detto il Tar con la sentenza 1386/2018 la quale ha respinto il ricorso (secondo me inopportuno e inutile) avanzato da alcuni membri delle associazioni.
Elezioni queste, ricordiamo, molto importanti anche perché i rappresentanti eletti contribuiranno a eleggere il nuovo Rettore il prossimo anno.
La tensione e il malumore si erano palesati durante il «funerale della democrazia», la marcia che ha visto qualche centinaio di studenti sfilare con «il feretro della democrazia» lungo il ponte Pietro Bucci.
Proprio per i motivi di cui sopra, dopo la pronuncia del Tar che ha respinto il ricorso della studentessa esclusa dalla Commissione Elettorale Centrale, ci si sarebbe aspettati nel minor tempo possibile una decisione o quantomeno una comunicazione.
Non solo, ovviamente, da parte del Rettore o della Commissione Elettorale Centrale. Ma anche delle associazioni.
Così non è stato. A oggi né il Rettore né la Commissione Elettorale Centrale hanno comunicato nulla, nonostante la richiesta del presidente del Consiglio degli Studenti, Domenico Tulino.
Richiesta arrivata, però, una settimana dopo le pronunce del Tribunale Amministrativo Regionale.
I primi 7 giorni sono volati, quindi, senza che nessuno fiatasse, forse a causa delle micro (o macro?) fratture all’interno della coalizione Rinnovamento è Futuro. Fratture, dicono le voci, tra chi ha fretta di andare a votare e chi invece preferirebbe procrastinare, tra chi si sta creando uno spazio importante all’interno della coalizione e chi invece la coalizione tenta di tenerla salda per evitare che imploda.
Per semplificare fino all’osso potremmo dire tra i «vecchi» e i «giovani».
Nella prima settimana (esattamente il giorno dopo la pubblicazione della sentenza) solo una nota inviata al Rettore dalla senatrice calabrese Bianca Laura Granato.
Due giorni fa un’altra voce, quella di Athena, cioè di chi almeno sulla carta avrebbe tutto l’interesse ad andare a votare il primo possibile visto il vantaggio sulla lista concorrente Unidea, con l’interrogazione del Senatore Accademico di Athena, Davide Provenzano, il quale chiede conto al Magnifico Rettore di questo inspiegabile silenzio.
Dalle parti di Unidea, invece, il silenzio è grasso che cola.
Pronti ad andare a mare in caso di voto a luglio per evitare di raggiungere il quorum del 15% al di sotto del quale le elezioni si annullano e con tre candidati al Senato Accademico di cui uno ha reso nota la sua «rinuncia alla candidatura» (non prevista dal Regolamento), la lista ha tutto l’interesse a rinviare e ricominciare da capo con nuovi candidati.
Insomma, anche all’interno delle stesse liste, ognuno pensa al suo.
E lo si poteva ben capire già nel periodo di mezzo, tra la sospensione delle elezioni e le sentenze del Tar. Coalizioni che ufficialmente spingevano per le elezioni avevano all’interno gruppi che di andare subito alle elezioni non avevano chissà quale voglia.
Intanto luglio è andato via e in tutto questo, tra il detto e il non detto e il chiacchiericcio interno alle associazioni, ciò che più pesa è il totale silenzio di chi ha l’onere di sciogliere la matassa e cioè (al netto dello scaricabarile) il Rettore, la Commissione Elettorale e gli uffici competenti.
Noi comunque, come Università della Calabria, non stiamo facendo una gran bella figura.
Gli studenti e i loro diritti, forse e anche in questo caso, meriterebbero un po’ più di rispetto.
aggiornamento 16.54
commento presidente del Consiglio degli Studenti Domenico Tulino
«Ciao Vincenzo grazie innanzitutto per l’attenzione che dimostri alle elezioni studentesche, momento di democrazia importantissimo come hai ben descritto. Comunque, per dovere di cronaca e completezza, già il 17 luglio dopo la sentenza abbiamo fatto notificare dall’avvocato che ha seguito il nostro ricorso un telegramma in cui si parla invitava il rettore a revocare immediatamente il decreto di sospensione.. silenzio.. mia lettera che hai pubblicato.. silenzio… non dobbiamo permettere che continui questo silenzio.. grazie ancora a presto»