Il grande giorno, quello che l’Università della Calabria aspettava da settimane, sta per chiudersi.
Dalle prime ore del mattino uno straordinario dispiegamento di forze di polizia circonda un’Aula Magna letteralmente blindata.
Dopo Sandro Pertini, Carlo Azeglio Ciampi e Giorgio Napolitano, Sergio Mattarella è il quarto Presidente della Repubblica a visitare il Campus di Arcavacata.
Con lui anche il Ministro della Pubblica Istruzione Valeria Fedeli e il Ministro degli Interni Marco Minniti.
Fuori, ad accogliere il Presidente della Repubblica, il Rettore Crisci, il sindaco di Rende Manna, il Presidente della Regione Oliverio e il Prefetto di Cosenza Tomao.
Dentro, ad attendere, studenti (pochi), docenti, personale tecnico-amministrativo e tanti, tantissimi uomini delle Istituzioni.
Intervento del Rettore Gino Mirocle Crisci
Ad aprire le danze l’Inno di Mameli cantato dal coro polifonico dell’Università della Calabria diretto da Maria Carmela Ranieri e Carmela Feraco.
Alle 11 in punto, tra i mugugni dei giornalisti e sopratutto dei reporter, situati, con le loro macchine fotografiche, in una posizione scomoda e troppo lontana dalla scena principale, prima la Guardia d’Onore poi il Presidente della Repubblica fanno l’ingresso nell’Aula Magna Beniamino Andreatta.
Tra gli applausi scroscianti e i flash degli smartphone l’emozione degli studenti è tangibile.
Un breve spot ‘celebrativo’ col quale viene presentato il Campus poi la parola al Magnifico Rettore Gino Crisci.
«La Calabria, prima della nascita delle sue attuali tre Università, rappresentava una regione che potremmo paragonare ad un terreno desertico» – inizia così il Magnifico.
Ricorda un’intervista del 1974 nella quale Beniamino Andreatta fissò gli obiettivi dell’Ateneo calabrese: «Pensiamo all’ateneo calabrese come un quartiere specializzato di un’area metropolitana. Sarà una città di giovani, in una regione che da decenni perde i suoi giovani.»
Passa in rassegna le qualità dell’Unical, riprendendo e dando voce, di fatto, allo spot ‘celebrativo’ di inizio cerimonia.
«Appare evidente che siamo in presenza di un circolo vizioso: meno risorse economiche significano meno posti. In tale contesto gli Atenei del Sud vengono, inevitabilmente, penalizzati.» – e quasi con rabbia chiude – «la sfida non ci fa paura, bensì ci stimola. Una gara, però, si fa partendo tutti dalla stessa linea e non 50 metri dietro rispetto agli altri. Noi, oggi, siamo 50 metri dietro.»
Intervento del rappresentante degli studenti Domenico Tulino
Con una voce che trema per l’emozione il giovane rappresentante degli studenti inizia il suo intervento che sarà tutt’altro che ‘istituzionale’.
Si rivolge alla classe politica inadeguata, presente in massa tra le prime file dell’Aula, e l’ammonisce: «perchè risulta facile reperire le risorse per far fronte ai crack bancari e invece si arranca quando in gioco sono la cultura, la ricerca, la didattica e il diritto allo studio?».
Poi un attacco frontale al Rettore e alla governance d’Ateneo, tutt’altro che stabile in questi mesi: «La governance di questo Ateneo ha attuato una politica di gestione dettata da mere logiche di bilancio, con continui tagli ai servizi residenziali e il sistematico ricorso ai cavilli burocratici che hanno danneggiato e penalizzato gli studenti».
Intervento di un rappresentante della Comunità degli studenti internazionali Bashar Swaid
Bashar Swaid, giovane dottorando di ricerca, con il suo italiano maccheronico e con la sua storia ha coinvolto, più degli altri, i presenti. Se ci fosse un ‘applausometro’, il suo intervento vincerebbe a mani basse.
Bashar ringrazia sin da subito l’Unical perchè – dice – «io come i molti ragazzi internazionali ormai qui siamo di casa».
Più di tre anni fa ha dovuto lasciare Aleppo, famosa per quelle immagini che la ritraggono distrutta a causa della guerra, ma, assicura, «non basterebbe una giornata per raccontarvi la sua bellezza e il valore che quei luoghi hanno per me».
Qui è meno solo da quando è arrivata Hayda, sua moglie, oggi anch’ella studentessa Unical e i suoi due bimbi Luna e Ahmad.
Dopo 3 anni Bashar pensa al ritorno ad Aleppo per contribuire alla ricostruzione di ciò che la guerra ha distrutto.
Una volta ad Aleppo, assicura Bashar, guarderà a Nord-Ovest, verso l’Italia e la Calabria, paesi amici e generosi che porterà sempre nel cuore.
Intervento del Rappresentante del Personale Tecnico e Amministrativo Paola Dodaro
L’ultimo intervento è quello di Paola Dodaro, rappresentante del personale Tecnico-Amministrativo.
Anche lei sottolinea la funzione che deve assolvere l’Università nel panorama sociale, economico e soprattutto politico, la “terza missione” dell’Unical, come precedentemente aveva fatto il Rettore.
Ed è al Rettore e alla Governance d’Ateneo che si rivolge quando ricorda che «nessun cambiamento è possibile senza la partecipazione ed il coinvolgimento del personale nei processi decisionali e di riorganizzazione».
In poche parole: rivisitazione dello Statuto ovvero maggiore partecipazione, per un sistema universitario pubblico, democratico e autonomo.
Lectio Magistralis “Intelligenza Artificiale tra Godel e Turing” del Prof. Nicola Leone
La cerimonia si conclude formalmente con la Lectio Magistralis “Intelligenza Artificiale tra Godel e Turing” del professore Nicola Leone.
Il direttore del dipartimento di Matematica e Informatica mette subito le mani avanti: «l’intelligenza artificiale non è quello che vi fanno vedere i film di fantascienza».
«Il robot non deve avere sentimenti o emozioni, deve, “semplicemente” aiutare l’uomo a risolvere i problemi».
E non tutti i problemi sono risolvibili da computer, ricorda il prof Leone rifacendosi a Turing.
«L’Intelligenza Artificiale ha ormai pervaso la società moderna e lo farà sempre più in futuro. La diffusione può essere subita passivamente o governata».
E’ la cultura e la conoscenza dei principi e dei metodi di questa scienza che consentirà di governarla e di non subirla.
Conclusa la Lectio Magistralis, mentre alcuni giornalisti avevano già lasciato la sala, il Presidente Mattarella si alza, si avvicina al microfono e inizia un intervento a braccio non programmato inizialmente.
Evidentemente commosso e con la voce rotta dall’emozione ricorda il suo amico Nino Andretta a cui è intitolata l’Aula Magna, «una delle persone di maggiore intelligenza che io abbia mai conosciuto».
Ammette i problemi evidenti del sistema universitario, soprattutto al Sud, ma ciò non significa – dice il Presidente della Repubblica – che il ruolo dell’Ateneo sul territorio ne esca sminuito.
«Il Mezzogiorno è essenziale e decisivo».
Si conclude con queste parole l’inaugurazione del 45° Anno Accademico dell’Università della Calabria.
Sì, una giornata storica per il Campus.
Ma non è possibile non confrontare le immagini del 3 marzo 1982 con quelle di oggi.
Da una parte Sandro Pertini immerso in una folla di studenti, dall’altra Sergio Mattarella in un’Aula super blindata con pochi anzi pochissimi studenti.
Non è possibile far finta di non vedere come, anche in quest’occasione, da più parti siano partiti attacchi, più o meno espliciti, diretti alla governance dell’Ateneo.
E non è possibile, infine, far finta di non vedere che le belle parole pronunciate nei vari discorsi si vanno a scontrare, per l’ennesima volta, con l’ipocrisia di chi nelle prime file, fischiettando come se non c’entrasse nulla, batteva le mani e annuiva compiaciuto.