"Mai più"

Viaggio in treno frequentemente da circa sette anni.
Ho frequentato per cinque anni il liceo scientifico Zaleuco a Locri e quasi ogni giorno tornavo a casa, a Bovalino, in treno.
Viaggio in macchina soltanto quando è strettamente necessario, quando mi è possibile invece non ho nessun problema a viaggiare sui mezzi pubblici. Anzi mi piace.
Ci sono e sono vantaggiosi sotto molti punti di vista, perché non usarli?

Di storie come questa che racconterò di seguito, in questi anni, ne avrei potuto raccontare tantissime.

Sono le 14.10 del 12 agosto e io sono alla stazione di Bovalino, devo andare a Siderno.

Com’è noto i biglietti non si possono più acquistare alle vecchie biglietterie perché le vecchie biglietterie non ci sono più.
A Bovalino sono state sostituite, da qualche anno, con la biglietteria self-service, la macchinetta in cui puoi inserire le monete o la carta di credito (accetta banconote solo qualche volta, raramente) e fare il tuo biglietto.
Inserisco 1,80 € e ho il mio biglietto che però non potrà essere obliterato perché l’obliteratrice è rotta oppure è spenta, insomma le luci verdi non sono accese e non dà segni di vita.
Ho con me un biglietto non utilizzato, Siderno-Bovalino, valido per il giorno 12 agosto, ieri. Provo a effettuare il cambio data per poterlo utilizzare al ritorno, cioè stasera, ma la macchinetta non mi permette di farlo.
Scoprirò soltanto dopo che la data può essere modificata entro le 23.59 del giorno indicato sul biglietto. Nel mio caso avrei potuto modificare la data entro le 23.59 di ieri, 12 agosto.  
Il treno regionale 3668 delle 14.19 proveniente da Reggio Calabria e diretto a Catanzaro Lido arriva, come spesso accade, con circa 10 minuti di ritardo.
Secondo le condizioni generali di trasporto avrei dovuto avvisare il «personale di bordo» del non funzionamento della validatrice, ma una volta salito sul treno, del «personale di bordo» nemmeno l’ombra.
Oggi sono sfortunato e il treno regionale 3668 non è il nuovo Swing ma è una vecchia littorina. Non descrivo le condizioni di viaggio perché sono note ai più. Dico solo che alcune sere, al ritorno, non vedevo l’ora di scendere dal treno, nonostante io ami viaggiare in treno. 

Arrivo a Siderno, scendo dal treno.
La stazione è come le altre della zona, puzzolente e mal ridotta.


Torno alla stazione alle 18.40. Devo prendere il treno regionale 3673 per tornare a Bovalino.
Il treno questa volta arriva puntuale e il controllore (questa volta si fa vedere) scende dal treno e mette le cose in chiaro sin da subito chiedendo a tutti di esibire i biglietti.
Nella confusione, tra chi non ha il biglietto e non vuole pagare il sovrapprezzo di 5 euro e chi il biglietto non ce l’ha e accetta di pagare la multa, provo a spiegare al controllore che il mio biglietto non è mai stato utilizzato e che ho provato a cambiare la data ma la macchinetta non me lo ha permesso.
Il controllore con una certa fretta prende in mano il mio biglietto, legge “utilizzabile in data 12 agosto”, non controlla, tramite il codice PNR, l’eventuale cambio di data e seccato mi dice che se voglio salire devo pagare il prezzo del biglietto maggiorato di 5 euro altrimenti devo restare a Siderno. Sale sul treno, chiude le porte e via.
Il mio biglietto non era valido per i motivi di cui sopra, ma se il cambio di data ci fosse stato veramente il controllore evidentemente nervoso avrebbe impedito a me, in quel caso titolare di un biglietto valido, di viaggiare.

Il prossimo treno per tornare a casa è alle 20.47 perciò decido di andare alla fermata dei pullman. Non si sa mai.
Alla fermata dei pullman chiedo a una ragazza, anche lei vittima del controllore, se sapesse a che ora sarebbe passato il pullman. Mi risponde che un primo pullman sarebbe dovuto passare alle 19.15, il secondo alle 19.45.
Il pullman delle 19.15 non passerà, probabilmente perché è sabato, quello delle 19.45 passerà alle 20.10 ma si ferma a Locri. Bovalino è fuori dal mondo, l’avevo dimenticato.

Torno quindi alla stazione, butto il biglietto (nel frattempo ho scoperto perché non è valido) e decido di comprarne uno nuovo.
A Siderno la biglietteria self-service non c’è, vado al bar La Villa perché so che lì vendono i biglietti ma il bar è chiuso. Alle 20 e 15, il 12 agosto.
Si noti che io, pendolare da anni, so che in quel bar si vendono i biglietti, ma chiunque altro che arrivi alla stazione non potrebbe mai saperlo perché non c’è nessun avviso.
E infatti…

Alla stazione incontro due signore che con accento bolognese mi chiedono se la biglietteria fosse aperta. Ingenue.
Dico loro che la biglietteria non c’è, la macchinetta neppure e il bar è chiuso e le avviso che dovranno pagare il sovrapprezzo di 5 euro.
Le due, probabilmente avvocatesse o comunque esperte in diritto, stupite iniziano a discutere delle legittimità di quei 5 euro considerata l’impossibilità oggettiva di acquistare il biglietto.
Il treno regionale 3675 arriva alle 20.47, saliamo in 5.
Il controllore viene avvisato da un’altra turista dell’impossibilità di acquistare il biglietto, lui le ricorda che Trenitalia se ne frega e che bisogna pagare il sovrapprezzo. Dopodiché si chiude nella cabina e non lo rivedremo più.
Le due bolognesi discutono. Forse parlano della puzza incredibile davanti la stazione di Siderno o del mare sporco o forse della spazzatura in ogni angolo di paese.
In realtà avrebbero di che lamentarsi, hanno ragione, ahinoi.
Una fa all’altra: «Ma davvero tu volevi portare Marco qui? Mai più!».
Arrivo, finalmente, a Bovalino alle 21.05, scendo dal treno.
La stazione è buia e puzza come quella di Siderno.
L’obliteratrice è ancora spenta. 

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